Una città per Francesco Datini – introduzione alla figura del mercante e al Museo di Casa Datini

Francesco di Marco Datini con il suo palazzo, sede del Ceppo dei poveri, appare in Palazzo Pretorio nell’affresco del 1415 di Pietro di Miniato. Il palazzo Datini è riconoscibile grazie al monogramma apposto sulle pareti, ed ha il valore di tutte le atre istituzioni laiche e religiose della città.

Questo affresco di qualche anno successivo alla morte di Francesco, illustra quale impatto avevano avuto l’uomo e il mercante sulla città di Prato già nel XV secolo.

Proprio partendo dalla nostra città, sarà possibile esplorare i vari aspetti che concorsero a formare la pragmatica personalità del mercante, il quale si trovò ad operare in un contesto storico di transizione. Operando egli infatti, nella seconda metà del XIV secolo, fu interessato dai quei cambiamenti di natura ideologica ed economica che avrebbero profondamente intaccato le certezze dell’epoca medievale, aprendosi ad una visione altra del mondo che non era più soltanto leggibile in termini religiosi ma contemplava la libertà intrinseca dell’individuo. Quest’ultima sarà ampliamente indagata dal movimento ideologico e culturale dell’Umanesimo.

Da Prato mosse i primi passi della sua carriera di mercante il giovane Francesco Datini, il quale dopo avere perso entrambi i genitori in seguito all’epidemia di peste del 1348, decise di apprendere l’arte della mercatura in una bottega fiorentina, seguendo un iter di molti giovani intraprendenti della società di quel periodo.

Attraverso l’arte della mercatura e le sue spiccate capacità, che gli permisero di accumulare un piccolo capitale, Francesco partì alla volta di Avignone, dal 1305 sede del Papato ed uno dei più fiorenti luoghi di commercio dell’epoca.

A Prato il mercante rientrò con la famiglia soltanto nel 1383, dando spazio alla propria ambizione di uomo e di mercante. Questo fruttuoso periodo vede, infatti, procedere di pari passo l’edificazione dell’imponente palazzo di città e la creazione di quel sistema di aziende che avrebbe affermato definitivamente la sua solidità economica.

Dagli anni ’90 del XIV secolo il palazzo costruito in città servì ad ospitare personaggi illustri giunti a Prato per motivi politici o per onorare la Cintola. Si trattava di magistrati fiorentini, ambasciatori, cardinali, sovrani.

Infine a Prato si conclude nel 1410 la vita di Francesco Datini, il quale da morigerato amministratore delle proprie ricchezze accumulate in vita, riesce a fare della propria conclusione un nuovo inizio.

Con le sue volontà testamentarie Francesco destina i propri averi alla creazione del Ceppo de’ poveri, la cui amministrazione è totalmente affidata al Comune della città, legandosi così definitivamente ad essa.

La figura del mercante imprenditore mantiene intatta la sua modernità.

La visita alla Casa Museo ci permetterà di approfondire alcune aree tematiche, quali

  • L’archivio Datini.
  • Le vicende biografiche
  • L’edificazione del palazzo,  l’ingaggio degli artisti e dei maestri, la funzione e la fruizione dell’edificio.
  • Il sistema di aziende: una serie di compagnie autonome collegata dalla presenza di un imprenditore che deteneva il pacchetto di maggioranza.

Sviluppo del sistema di aziende, città e località interessate, settore commerciale di interesse.

La Compagnie del Banco segna un passaggio importante nella evoluzione del pensiero religioso che legittima la figura del banchiere e allo stesso tempo del sistema bancario del periodo. La lettera di cambio, esempio di questo mutamento.

  • Il lascito testamentario.

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